L’imitazione ha in sé una radice negativa, quella dell’assenza di originalità.
È una contraffazione, una di falsità.
La merce, imitata, contraffatta, è la copia, spesso scadente, dell’originale.
L’imitazione, è una brutta copia. Non è originale e manca di qualità.
L’imitazione poi, è utilizzata per far divertire. L’imitazione fa ridere. È la spogliazione della propria originalità per indossare idealmente quella di qualcun altro. Alcuni sono consapevoli di far ridere, e sono i comici, gli imitatori, altri invece non lo sanno, e sono quelli che non hanno il coraggio di credere della propria bellezza. C’è chi, per aurea di presunta santità, vorrebbe imitare persino Dio. Un frammento di medioevo, insediato negli anfratti più bui della coscienza umana. Una divina falsità per una tragicomica disumanizzazione.
Le parole sono importanti e gravide di significato. La parola usata accompagna, porta o trascina ad un’azione. Imitare porta a una rinuncia; la rinuncia di sé.
Diverso è il concetto di “somiglianza” che dovrebbe essere più vicino al rapporto Dio-uomo. La somiglianza non è qualcosa di artificiale come l’imitazione, non c’è lo sforzo di fondo, si somiglia per natura.
C’è una teologia antica, ma ancora presente oggi, che incoraggia l’utilizzo della pratica dell’imitazione del Falegname di Nazareth. C’è anche un libretto che s’intitola; “Imitazione di Cristo”. Se penso, per dover religioso, di dover imitare il Qualcuno galileo, allora è finito immediatamente il mio cammino di liberazione personale. Metto la parola fine alla scrittura della mia autobiografia, unica, intima e irripetibile. Se invece credo nella somiglianza per natura tra Dio e uomo, allora vivo la mia unicità e la vita stessa, con un senso di gratitudine che mi spinge solamente a essere il meglio di ciò che sono.
L’imitazione nasce dal non vero, dalla menzogna, qualsiasi cosa si voglia imitare, che sia una borsa, un atteggiamento, un eroe, e persino un Dio. L’imitazione imprigiona l’unicità, aliena la persona rendendola ridicola e la brutta copia di se stessa, la somiglianza libera le persone ridandole dignità nella loro irripetibile unicità, spingendole ad essere il meglio di ciò sono.