25 Aprile da Bauleni in Zambia

E disse loro: “Andando in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. Ora questi segni accompagneranno coloro che crederanno: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno in lingue nuove, e prenderanno nelle mani serpenti e se berranno qualche cosa di letale non nuocerà loro; imporranno le mani sugli infermi e staranno bene”. Dunque il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, “fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” (2Re 2,11; Sal 110,1). Ma quelli, usciti, predicarono dappertutto, operando con (loro) il Sig nore confermando la Parola con i segni che (la) accompagnavano. (Mc 16, 15-20)

Festeggio anche da qui, dalla mai casa in Bauleni compound a Lusaka. Sono italiano e questa è una delle feste e memoriali che sento e amo maggiormente. Mi riporta alle mie radici, a mio nonno Angelo che se fatto la guerra, prigioniero in Russia e tornato per miracolo. Mi ricorda mia nonna Gina, una mondina, che si è spaccata la schiena per crescere da sola i suoi figli, perché la follia di una guerra persa in partenza, gli aveva portato via il marito. Mi ricorda una moltitudine di persone che ho incontrato da piccolo, di cui solo ora ne riconosco il valore: partigiani e non!  Gente che ha resistito per liberare un paese da una follia megalomane che ha fatto marcire milioni di coscienze e ha provocato solo dolore. Questa festa mi riporta alle mie risaie e al posto da cui provengo. Ne vedo i colori, belli e veri come quello del mio tricolore. Ne sento i profumi di robinia e di tiglio. Sento l’odore delle risaie e dei fossi. Sento l’aria della mia pianura, avara di vento e generosa d’acqua, appoggiarsi sulla pelle come tocco amico. Amo il mio paese! Amo l’Italia nonostante tutto e paradossalmente, vivo lontano, in terra diversa. Perché? Perché so dove ho le radici. L’uomo è come un fiore: le radici sono immerse nella
terra che l’ha fatto crescere, ma il suo colore tende verso il cielo, liberando il suo polline al vento.
La comunità di Marco in questo brano di vangelo, racconta di un invito: “andando in tutto il mondo…” (Mc 16, 15.). Con queste parole Dio regala per la seconda volta il mondo all’essere umano:  “Vai il mondo non è solo il paesello in cui sei nato. C’è di più. Ti regalo il mondo e due piedi per scoprirlo, per camminarci sopra. Ti regalo un cuore per gustare ciò che incontri. Ti regalo due mani per ricevere e per dare, ma fai in modo che la tua capacità ci ricevere sia pari a quella di dare. Ti regalo una mente, per pensare, meditare alle cose che vedi. Gli occhi da soli non basterebbero, ma te li regalo perché prendano il colore del mondo. Ti regalo la bocca, non tanto per dire parole, ma per sorridere la felicità che ti regalo. Non ti manca nulla. Con le radici nel cuore vai, ama il mondo e chi lo abita. Ama la terra da cui provieni, perché se lo fai, allora sarai pronto ad amare anche il resto… che è molto più grande. Questa è libertà, questa è liberazione!
Buona LIBERAZIONE ITALIA, sei bella davvero e da lontano si vede di più!