UNA STORIA D’AMORE

5 Aprile 2012
Bauleni-Lusaka

La settimana santa è intrisa di ore di Passione straboccanti d’amore.
È il compimento di una storia, piena di eros e di romanticismo.
L’eros è un’energia che fa tremare i sensi, accende di passione e conduce ad amare. I vangeli stessi che si leggono, meditano, pregano, raccontano di una storia d’amore. Passione non è principalmente sofferenza, bensì storia d’amore tra Dio e il mondo. La sofferenza è conseguenza e non il punto di partenza.
È ciò che si è disposti a fare per amore.
Giovanni (12, 1-11) descrive gli eventi in modo passionale, carnale, romantico, aspetti questi che, fanno pensare a un innamoramento, a una storia d’amore tra un Ragazzo della Galilea e i suoi sogni, tra cielo e la terra. Non è ideologia, è amore. La comunità di Giovanni racconta di un profumo nell’aria, del gesto di Maria, carico di eros. È un gesto passionale, che esprime sensualità. Accarezza i piedi, li unge di olio profumato e li asciuga con i suoi capelli. Non lo fa con un corpo estraneo. Lo fa con il suo corpo.
Non c’è immagine più sensuale in tutti e quattro i vangeli.
Marta, dal canto suo, vive la sua storia d’amore in modo diverso, meno diretta forse, ma carica di quell’energia da innamoramento. Si prende cura, serve e cucina. Il cibo ha una forte componente affettiva. Non c’è cosa più rassicurante per un innamorato di sapere che la persona che ama si prende cura di lui o di lei, e il cibo è una delle attenzioni fondamentali che esprimono amore. La cucina è un linguaggio d’amore.
Poi c’è Lazzaro, che raffigura l’innamoramento. Lazzaro è risorto dai morti, è tornato a vivere una vita nuova e quando ci s’innamora l’aria sembra abbia un profumo diverso, le cose si vedono diversamente. Da innamorati è bello anche l’inverno. Quando ci s’innamora la vita appare nuova, come quella di Lazzaro. L’amore fa risorgere.
L’amore giustifica, come il Ragazzo di Nazareth giustifica Maria attaccata per il suo “spreco” di profumo. Quando si ama non si spreca. L’amore non conosce spreco e ogni azione compiuta da corpi innamorati, è destinata a lasciare il segno nella storia del mondo, come quello di Maria: “…dovunque sarà predicato questo Vangelo nel mondo intero, sarà detto anche ciò che costei ha fatto, in ricordo di lei. (Mt 26,13.)
Questa è una vera storia d’amore, fatta di dialoghi silenziosi. Due innamorati non hanno bisogno di troppe parole, si ascoltano il cuore, come fa il discepolo che Gesù ama che poggia il suo orecchio sul cuore di Dio (Gv 13,23.).
Nella storia d’amore c’è anche l’infedeltà, quella di un tradimento, di una ferita che lascia sadicamente vivi e continuamente sanguinanti. Un’infedeltà sconfitta da un sogno. È una storia d’amore dichiarato, detto con due parole: “ti amo”, come fa il Nazareno con la sua gente: “ come io ho amato voi…”(Gv 13, 34).
La settimana di passione è il compimento di una storia d’amore che non finisce con l’atto dell’ultimo respiro. Quello è l’apice dell’atto d’amore del concepimento. Nell’atto d’amore il seme è arrivato dove l’abbraccio genera vita, e chinato il capo, svuotato della sua energia vitale: “consegnò lo spirito” (Gv 19.30). Il Ragazzo di Nazareth svuotato della sua vita la genera come nell’atto del concepimento. Anche la simbologia lo vuole discendere negli inferi, ovvero nella pancia della terra, in profondità come una gravidanza. Il seme ha ormai fecondato la terra gravida di vita. La storia d’amore tra Dio e la terra ha trovato il suo massimo compimento, come nell’atto di due innamorati. Il mondo è in cinta ormai. Le guerre, le ingiustizie che ci creiamo attorno, la violenza e la povertà continueranno ad esserci, ma da questa continua gravidanza, frutto di un atto d’amore tra Dio e la sua gente, tra il cielo e la terra, verrà al mondo sempre un innamorato folle, pronto a consegnare lo spirito, a dare la vita perché altri possano innamorarsi e far si che questa storia d’amore continui. L’amore è già resurrezione!

Buona Pasqua