Liberi tutti

19. Ora, mentre essi ascoltavano queste cose,disse in aggiunta una parabola, perché egli era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che sull’istante il regno di Dio stesse per manifestarsi.12.  Disse dunque: “Un uomo di nobile nascita partì per una regione lontana, per ricevere la regalità e ritornare. 13. Ora, chiamati dieci suoi servi, diede loro dieci mine, e disse loro: ” Fatele fruttare, finché (io) venga”. 14. Ma i suoi cittadini lo odiavano, e mandarono una legazione dietro di lui, perché dicessero: “Non vogliamo che costui regni su di noi”. 15. E avvenne che quando ritornò, dopo aver ricevuto la regalità, allora disse che gli fossero chiamati questi servi ai quali aveva dato il denaro, per sapere quanto (lo) avessero fatto fruttare. 16. Ora, si presentò il primo e dicendo: “Signore, la tua mina ha reso dieci mine”. 17. E gli disse: “Bene, servo buono,  poiché sei stato fedele in una cosa minima, abbi potere sopra dieci città!”. 18. E venne il secondo dicendo: “La tua mina, Signore, ha fatto cinque mine”.  19. Ora, disse anche a questo: “Anche tu sii sopra cinque città”. 20. E l’altro venne dicendo: “Signore, ecco la tua mina, che avevo riposta in un fazzoletto; perché avevo paura di te, poiché sei un uomo severo: prendi quello che non hai depositato e mieti quello che non hai seminato”. 22. Gli dice: “Dalla tua stessa bocca ti giudico, servo malvagio! Sapevi che io sono un uomo severo, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato? 23. E perché non hai dato il mio denaro a una banca? E io venendo, l’avrei riscosso con l’interesse”. 24. Disse agli astanti: “Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine”. 25. E gli dissero: “Signore, ha (già) dieci mine.”  26. “Vi dico che a ognuno che ha sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27. Ma questi miei nemici, che non volevano che io regnassi su di loro, conducete(li) qui e sgozzateli davanti a me”. (Lc 19, 11-27)

 

Cosa Dio ritiene più importante in assoluto? La libertà. Cominciamo a dire che questo futuro e probabile Re, di cui la comunità di Luca ci parla, non lo voleva nessuno, probabilmente nemmeno i servi che lavoravano per lui. I cittadini, non solo non lo volevano, ma “lo odiavano” Questa è la prima schiavitù: l’odio. Non sanno liberarsene, liberare la loro solidarietà, perché è incatenata dell’odio che vieta a loro di amare. I servi hanno dei compiti da servi, limitati, sottomessi, senza potere e diritto parola. Io dico e tu fai. I servi del racconto sono 10, ma quando viene chiesto loro un resoconto, solo tre sono interpellati. I primi due, chi più chi meno, a seconda dell’unicità di ogni persona, portano il frutto dell’impiego di questi soldi. Risultato: “hai potere sopra dieci città”. Passa automaticamente e improvvisamente dalla condizione di schiavo a quella di uomo non più schiavo, un uomo che può esercitare la propria responsabilità e “potere”. Passa da schiavo a libero, ed è così anche per il secondo. Degli altri sette non si sa, ma il terzo, non porta nulla con se, se non quello che esattamente gli è stato dato, ridato come fosse nuovo e non usato. Risultato: da schiavo è rimasto schiavo. Non ha avuto il coraggio di rischiare ed è rimasto servo e, se possibile, ha peggiorato la propria condizione di schiavitù. È davvero interessante! Io ho dei doni dati da Dio, alcuni li so, altri sono chiamato a scoprirli attraverso la conoscenza di me stesso. Ora, si è partiti con la convinzione che la parola più cara a Dio è; libertà, liberazione, e con questa parabola si consolida maggiormente questa convinzione. Il rapporto e relazione Dio-uomo, è un rapporto/relazione di liberazione. Il fatto stesso di avere dei doni, di saper fare qualcosa, è libertà in potenza, senza essere troppo aristotelico. Il dono è libertà in potenza. Perché? Perché l’uomo libera se stesso e gli altri esercitando, spendendo, adoperando e condividendo i doni o talenti che ha, come il servo della parabola, che da schiavo diventa libero, semplicemente rischiando e impiegando ciò che gli è stato dato. Se non usi i tuoi doni non ti liberi! Il terzo servo non lo ha fatto e non ha cambiato il suo status, e se lo ha fatto , è stato in peggio. Dio è fantastico perché non libera da solo l’uomo. L’assistenzialismo non è mai stata la politica di Dio nei rapporti con la sua creatura. È così anche per quanto riguarda la libertà dell’essere umano, Dio non ti libera al posto tuo, ma ti da tutto ciò che serve perché tu faccia avvenire la tua liberazione e partecipare alla liberazione di altri uomini e donne. La liberazione è un processo che non finisce. Ciò che conta non è il “trovarsi liberi” bensì il processo di liberazione, la fatica e la lotta per guadagnare la libertà giorno dopo giorno. Che questo cominci per non finire. Nella misura in cui decido di “consumare” per usura i doni che ho ricevuto per il bene comune, e non a scopo individualistico, mi tolgo dalla condizione di schiavo per abbracciare il mio cammino di uomo libero. Grazie a Dio io mi libero, grazie ha Dio che mi ha dato dei doni che sono seme di liberazione. È una libertà promessa, espressa attraverso il mio impegno.