La Storia di Nighty

Mi chiamo Nighty, sono stata con i ribelli dal 1996 quando mi hanno presa. Sono stata in tante strade brutte, ho passato molte brutte esperienze. Mi hanno dato Geoffrey come marito. Sono stata nel centro di riabilitazione per ex bambini soldato in Gulu, più precisamente al Gusco. Dopo un breve periodo di tempo sono tornata a casa mia ma non c’era nessuno perché mio papà era morto ammazzato dai ribelli. Non c’era un posto dove potessi stare, dove potessi vivere. Sono tornata in città e da quel momento sono andata a vivere in affitto. Mio marito, G. è stato mandato a Lira, per un corso di formazione in meccanica. Ora però è qui come. Mio fratello si chiama Ogweny. Quando siamo scappati c’era tanta guerra. Io mio marito siamo tornati insieme a Gulu, lui è stato spedito al World Vision, e io a Gusco. Quando eravamo nel bosco, ci ponevano per dare un esempio agli altri bambini che volevano scappare. Si facevano fare lavori pesanti. A noi bambine hanno dato per mogli a uomini più grandi di noi e queste sono solo poche delle cose brutte che abbiamo passato. Ci hanno fatto ammazzare delle persone. Dopo aver visto questa vita, dopo aver sofferto molto, ho deciso di scappare e di tornare a casa mia. Non c’è però un posto dove possiamo stare. La nostra vita è complicata, è difficile! Mentre scappammo mio marito aveva sulle spalle Ivan, il nostro primo bambino, io portavo con me Shony, la nostra bambina. Scappavamo dal Sudan; siamo scappati, ma eravamo ben armati, avevamo molte armi con noi. Siamo tuttora nei problemi. Una volta in centro, hanno chiesto di me.

Nighty cosa vuoi adesso per la tua vita? 

Voglio un posto dove poter stare con la mia famiglia, con mio marito, perché noi non abbiamo un posto dove stare.

Nel Bush con chi abitavi?

Vivevo con il gruppo di Vincent Otti.

Quanti eravate?

Eravamo tanti, più di 35. C’erano molti problemi, legati alla scarsità di cibo e di acqua. Sento che questo mi fa molto male. Oggi ho ancora dolori al torace. Per ovviare alla sete, mettevamo della terra sul torace, era bagnata naturalmente. Il cibo lo prendevamo dai villaggi, lo rubavamo, ma lo davamo ai soldati di Vincent Otti, e ai suoi combattenti e noi mangiavamo cibi strani e scarsi. Avevo i vermi per le schifezze che ho mangiato in passato. Oggi mi fanno male le gambe, la schiena. Passavamo sotto ai cadaveri lungo il cammino. Ho dovuto ammazzare le persone, non l’avevo mai fatto quando mi hanno dato a mio marito, il padre di Ivan, e ero piccolissima, avevo solo 14 anni. Mi hanno obbligata a stare con lui, e oggi sono ancora con lui. Credo che abbiamo sofferto molto insieme, e dobbiamo continuare a lottare insieme anche adesso. Se ci fosse un posto dove poter stare, un pezzo di terra. Se c’è qualcuno disposto ad aiutarci per avere una casa dove poter stare. Quando siamo tornati abbiamo avuto un’altra bambina, la terza che si chiama Nelly. Qui non c’è un posto dove poter coltivare, non c’è un posto dove far crescere i nostri bambini. Abbiamo tanti problemi. Se avessimo trovato i miei genitori avremmo potuto stare con loro, ma non li abbiamo trovarti e così non abbiamo una terra per noi. I nostri genitori sono stati ammazzati. Abbiamo grossi problemi.